it started with a dream

Non sembra essere troppo a suo agio, il poveraccio, al punto che fermo, con gli occhi chiari fermi sulle mani bruciate dal fuoco, è quasi parte integrante delle rovine su cui ha preso posto: chino, con gli avambracci posati sulle ginocchia, il capo riccio e scuro basso, gli occhi che si specchiano nell'acqua che, quello che un tempo doveva essere sicuramente un braciere sacrificale, con tutte le statue delle cariatidi che lo circondano, ha riempito completamente la depressione di marmo, chiara, limpida e a giudicare dai fumi è anche tiepida, perché la cascata che la riempie, non viene dall'alto, no, è proprio dalla roccia stessa, che si butta, al punto che di fatto, sembra di essere alle terme. La camicia bianca che ha addosso è accompagnata dalla canotta bianca, che di fatto nasconde parte della pelle bruciata facendolo sembrare quasi normale. Jeans semplici e le scarpe lasciate dove inizia il marmo del tempio in rovina, come se stesse seriamente pensando, se buttarsi in acqua o meno. Ha l'odore della resina, addosso, quella che usa per il violino, e nonostante lo sguardo perso, e l'espressione malinconica, è difficile dire quanti anni abbia davvero, confusi i tratti a causa delle cicatrici dell'ustione. E' però un uomo adulto e nonostante sfigurato, il fisico è quello di qualcuno che non è mai fermato. Le mani, sfigurate anch'esse, sono grandi e dalle dita lunghe e affusolate, e le spalle larghe la dicono lunga su quanto ci abbia provato, ad essere il cavaliere che suo padre è sempre stato. Gambe lunghe e fianchi stretti, tipici di chi, nonostante tutto però, non sembra riuscire a mettere su massa se non con estrema difficoltà.

Sospira, alle parole di Agnarr, sollevando lo sguardo blu < non c'è alcun divieto di accesso. > Alla zona delle rovine, ovviamente, o avrebbe urlato, che quello, è facilmente diventato il suo posto preferito, nonappena sono arrivati su quella dannata isola < E non è proprietà di nessuno > e fa pure spallucce, continuando a fissare il bacino di marmo che si riempie, di acqua termale < dipende. > Risponde, in primis, alla sua domanda, sollevando lo sguardo azzurro verso l'apertura nelle rocce che fa sprofondare acqua, sul marmo chiaro < Qui? Augustin, basta e avanza > insomma, dei titoli, in un'isola sperduta chissà dove, senza né arte né parte, non ce ne si fa niente nessuno, non ha niente che farci, con una corona d'oro. < Fuori un fottuto erede ad un trono che non voglio. > Nah, lui è un principe che non mette piede fuori dalle sue stanze, chiuso in sé stesso, lui e il suo violino. < Quest'isola sembra aver raccolto tutti, se non hai idea di chi io sia. > Ma non sembra essere dispiaciuto dall'ignoranza altrui, è un dato di fatto, quello < il che vuol dire che probabilmente, chi ci ha spedito, voleva farci sparire dalla scena ma non in maniera permanente. > c'è un bel cervello, sotto tutte quelle cicatrici, a differenza dei suoi, belli... ma scemi. < O sarebbe stato più facile ucciderci. > non fa una piega, no?